Onorevoli Colleghi! - In base alla Costituzione della Repubblica italiana, ogni individuo ha il diritto a essere informato sugli eventi politici, sociali e culturali in modo libero, plurale e obiettivo.
      Per garantire questo diritto occorre dunque tutelare la libertà di espressione e il pluralismo dei mezzi di comunicazione, nella consapevolezza che l'informazione e la comunicazione sono beni essenziali su cui si fonda lo spazio pubblico di ogni democrazia, e non possono pertanto essere lasciati né al mero gioco del mercato né al controllo diretto dei partiti politici.
      La presente proposta di legge detta nuove norme che riguardano l'intero sistema della comunicazione radiotelevisiva, sia pubblica che privata, basandosi sul principio che ogni trasmissione al pubblico di contenuti audiovisivi assolve una missione di interesse generale.
      Al fine di attuare questo principio, la presente proposta di legge prevede l'istituzione di un organismo, il Consiglio per le comunicazioni audiovisive, in cui sono rappresentate in modo paritetico le principali istanze politiche, sociali e culturali del Paese.
      Il Consiglio ha il compito di fornire gli indirizzi fondamentali all'intero sistema delle comunicazioni.
      In particolare, nell'ambito del servizio pubblico radiotelevisivo, che nel mondo delle comunicazioni è e rimane il punto di riferimento imprescindibile della collettività,

 

Pag. 2

il Consiglio nomina i vertici della concessionaria del servizio pubblico, selezionati mediante concorsi pubblici non in base ad appartenenze politiche, ma alla professionalità e all'indipendenza. I membri del consiglio di amministrazione eleggeranno al loro interno il presidente della RAI e ne nomineranno il direttore generale. Il consiglio di amministrazione diventerà in tal modo un organo tecnico e indipendente, con funzioni esclusivamente gestionali.
      Con le stesse procedure adottate per la nomina dei vertici della RAI, il Consiglio procederà a nominare i componenti dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, assicurando così anche in questo caso i criteri della selezione trasparente, dell'indipendenza e del massimo di qualificazione.
      Le funzioni di indirizzo del Consiglio nei confronti della concessionaria pubblica si concretizzano nel contratto di servizio, che dovrà specificare gli obblighi a cui deve sottostare la RAI in attuazione dei princìpi generali che governano il servizio pubblico. La funzione di indirizzo è però esercitata dal Consiglio con riferimento a tutto il sistema delle comunicazioni, quindi anche nei confronti dell'emittenza privata, mediante l'invio di raccomandazioni vincolanti che l'Autorità di garanzia e vigilanza dovrà poi rendere esecutive.
      Tra gli strumenti introdotti dalla proposta di legge per tutelare il valore fondamentale del pluralismo dell'informazione, a prescindere dalle garanzie della concorrenzialità dei mercati, vi è, con riferimento ai programmi radiotelevisivi, il limite della quota di ascolto, fissato al 30 per cento.
      Riguardo alla struttura e ai compiti della RAI, la proposta prevede una chiara distinzione fra la missione di servizio pubblico svolta dalla concessionaria e le sue attività commerciali. Le strutture dell'azienda destinate esclusivamente alla realizzazione della missione di servizio pubblico saranno finanziate principalmente dal canone e avranno un affollamento pubblicitario minore. Quelle invece a maggiore vocazione commerciale saranno finanziate esclusivamente dalla pubblicità e saranno soggette agli stessi indici di affollamento pubblicitario fissati per l'emittenza privata.
      La proposta di legge assegna alla RAI un ruolo guida nella transizione ai nuovi contenuti digitali, concentrandosi non tanto sullo sviluppo di costose infrastrutture, quanto piuttosto sull'elaborazione di nuovi contenuti di qualità. A questo scopo, la RAI dovrà puntare su tutti i mezzi tecnici di distribuzione che consentano lo sviluppo dei contenuti più innovativi, per garantire ai cittadini un uso consapevole e attivo dei mezzi di comunicazione di massa. I nuovi servizi e contenuti dovranno essere resi disponibili a vantaggio della collettività, secondo modalità di accesso il più possibile ampie e universali.
      Sul fronte della tecnologia, la nuova legge mira a creare infrastrutture aperte e a promuovere solo i sistemi di accesso ai contenuti digitali che non abbiano l'effetto di legare l'utente finale a una determinata tecnologia né a un determinato operatore.
      Per garantire il pluralismo complessivo del sistema delle comunicazioni, l'accesso al mercato da parte di qualunque fornitore di contenuti è regolato con procedura pubblica tramite l'assegnazione diretta di licenze individuali.
 

Pag. 3